Paccheri mantecati con cavolfiore violetto, basilico e pepato fresco
Un primo piatto con i grandi sapori della sicilia. Il cavolfiore violetto e il “pepato”: un pecorino siciliano in cui sono annegati:-)
Come tutti i pecorini siciliani è consumato a tre stadi di maturazione: fresco (primosale), stagionato (cannistratu), e vecchio (tumazzu).
Ecco a voi i fantastici Paccheri mantecati con cavolfiore violetto, basilico e pecorino pepato fresco.
Vi presentiamo questa splendida preparazione realizzata dall’utente Angelo Benivegna del nostro gruppo Facebook “Le ricette di Pantagruel” (clicca qui per accedere al gruppo).
Grazie Angelo…e alla prossima.
- Paccheri: 200 gr
- cavolfiore violetto: mezzo
- due spicchi d’aglio pestati
- un mazzetto di basilico
- due piccoli peperoncini rossi tritati
- olio evo, sale,peperoncino
- Brodo vegetale: q.b.
- Pepato fresco: q.b.
Tritate grossolanamente metà di un cavolfiore violetto e amalgamatelo in una ciotola con due spicchi d’aglio pestati, un mazzetto di basilico e due piccoli peperoncini rossi tritati.
Scaldate in un wok un fondo d’olio extravergine d’oliva, e rosolateci a fiamma bassa una manciata dei cavolfiori conditi con l’aglio e peperoncino.
P.S. non aggiungeteli tutti, altrimenti stuferebbero.
Quando i cavolfiori cominceranno a prendere colore aggiungetene un’altra manciata, e continuate così fino ad avere tutto il cavolfiore nel wok.
Appena i cavolfiori saranno teneri alzate la fiamma e aggiungete una cucchiaiata di pepato grattugiato.
Nel frattempo, lessate la pasta in abbondante acqua salata.
Rosolate per qualche secondo il pepato e scolate la pasta al dente nel sugo.
Mantecate con un paio di cucchiai di brodo di pasta e aggiungete un cucchiaio di pepato fresco.
Impiattate come da foto e…buon appetito 🙂
Curiosità e storia
Il cavolfiore violetto è una varietà siciliana di cavolfiore poco diffusa.
È davvero raro, di fatto è molto usato soltanto in due territori, nel marsalese e soprattutto a Catania dove è chiamato anche bastardu, ma meglio non cercarlo con questo nome nel resto della Sicilia, dove per bastardu si intende invece un incrocio naturale, per “simpatia”, di cavolfiori verdi e broccoli coltivati a confine.
Il caratteristico colore violetto di questa specialità si attenua con la maturazione avanzata, con la lessatura o con la cottura prolungata come avviene nella preparazione del Bastardu affucatu catanese, dove il caratteristico colore viola è dato dal vino rosso.
Se invece questo cavolfiore è raccolto quando ancora è molto sodo ed il colore intenso, e non è stufato si possono ottenere fantastici effetti cromatici
Angelo Benivegna